La memoria di Giacomo Bonelli
Il Centro Evangelico di Cultura porta il nome di Giacomo Bonelli, pastore martire, ucciso a Palermo nel 1560 dopo essere stato processato dai giudici dell’Inquisizione.
Essenziali le notizie biografiche che sono pervenute e tuttavia molto significative.
Bonelli, originario di Dronero nel Marchesato di Saluzzo, per la fede protestante si trasferì a Ginevra dove completò la preparazione per il ministero. Alla fine del 1557 fu inviato nelle antiche comunità valdesi di Calabria, seguaci di una interpretazione nicodemita della dottrina riformata. Alla fine del 1558 ritornò a Ginevra sia per cercare collaboratori per la sua opera di evangelizzazione, sia per sollecitare un intervento diplomatico in favore dei valdesi di Calabria, vittime di oppressione e pregiudizio. Qui riuscì a reclutare a sostegno della sua causa un gruppo di catechisti e insegnanti, e un secondo pastore, Giovanni Luigi Pascale di Cuneo, con cui nel 1559 tornò a predicare in Calabria.
Qui l’attività di Bonelli venne notata e segnalata: fu arrestato a Battipaglia (oggi in provincia di Salerno), riuscì a riscattarsi dalla prigionia e riprese a predicare ma il clima persecutorio lo porterà ad attraversare lo Stretto.
Bonelli venne arrestato a Messina con l’accusa di essere un «eresiarca pertinace», ovvero un eretico che ammetteva le sue dottrine senza ritrattarle.
Il 18 febbraio 1560 Bonelli fu arso vivo a Palermo, in Piazza dell’Ucciardone.
Nel 1995 le chiese valdesi e metodista di Palermo dedicano alla memoria del pastore il “Centro Evangelico di Cultura Giacomo Bonelli”.